In sintesi
- 🎬 Gerri
- 📺 Rai 1, ore 21:30
- 🕵️‍♂️ Serie crime ambientata in Puglia, con protagonista un ispettore fuori dagli schemi che indaga su casi complessi e temi sociali attuali come inclusione e minori scomparsi, offrendo uno spaccato autentico dell’Italia contemporanea.
Rai 1, Gerri, Giulio Beranek e Puglia sono le parole chiave che risuonano forti nella serata televisiva di oggi, lunedì 19 maggio 2025. La terza puntata di “Gerri”, la nuova serie crime ispirata ai romanzi di Giorgia Lepore e diretta da Giuseppe Bonito, promette una miscela perfetta di suspense, atmosfere mediterranee e personaggi fuori dagli schemi. Mettetevi comodi davanti alla TV, perché alle 21:30 su Rai 1 arriva un episodio che sarà difficile dimenticare.
Gerri su Rai 1: il poliziesco con Giulio Beranek ambientato in Puglia
“Gerri” è una di quelle serie che, in poche settimane, ha saputo ridare linfa al crime all’italiana, stregando quasi 3 milioni e mezzo di spettatori al debutto con oltre il 20% di share. Sarà l’ambientazione di Trani baciata dal sole pugliese, l’energia spiazzante di Giulio Beranek, o la trama ispirata ai mystery di Giorgia Lepore, ma il risultato è un mix coinvolgente capace di unire le atmosfere torbide del noir europeo con uno sguardo autentico sulla provincia italiana.
L’episodio di stasera, dal titolo “Angelo che sei il mio custode”, si preannuncia particolarmente intenso: il ritrovamento di ossa umane – forse appartenenti a un ragazzino – riporta alla ribalta il tema delicato dei minori scomparsi. Tra colpi di scena da brivido, una telefonata che ribalta le indagini e la scomparsa di un bambino, la corsa contro il tempo porterà Gerri a mettere ancora una volta in gioco il suo coraggio e il suo lato più umano.
Protagonista fuori dagli schemi e tematiche sociali attuali
Il vero punto di forza della serie resta il suo protagonista. Gregorio “Gerri” Esposito non è il solito ispettore tutto d’un pezzo: i suoi trentacinque anni portano i segni di un passato turbolento, trascorso in una casa famiglia, e di un’identità rom spesso fonte di pregiudizio (non solo nella fiction, ma anche nell’immaginario collettivo italiano). Questo elemento non è solo un dettaglio di colore, ma invade ogni scelta narrativa, regalando profondità e autenticità sia alle sue relazioni con i colleghi (tra cui brillano Valentina Romani e Fabrizio Ferracane) che agli intrecci delle indagini.
Dal punto di vista critico, si apprezza come “Gerri” tenga insieme la tensione del giallo classico con una forte dimensione sociale, offrendo uno sguardo inedito sia sulle periferie pugliesi che sulle dinamiche dell’inclusione. Un mix prezioso, che richiama certo i grandi polizieschi della TV europea (un nome su tutti: “Bron/Broen” o “The Bridge”), ma con la sensibilità tipica del nostro Sud.
Perché guardare Gerri: indagini adrenaliniche e impatto su Rai 1
Non è un caso, quindi, che “Gerri” sia giĂ diventata una delle serie evento di questa primavera televisiva. Che siate nerd delle trame complesse o spettatori in cerca di emozioni forti, ci sono almeno due ottimi motivi per sintonizzarsi su Rai 1:
- Un protagonista diverso dal solito, con sfaccettature psicologiche complesse e un background raramente raccontato dalla serialitĂ italiana.
- Un intreccio ad alta tensione tra misteri, telefonate sospette e casi irrisolti, dove ogni indizio porta a nuove domande (e raramente a risposte facili).
Da nerd del poliziesco, non posso non sottolineare che “Gerri” sa alternare momenti di pura adrenalina a dialoghi intensi, mai banali, dove ogni personaggio – dal vice ispettore Lea Coen di Valentina Romani al capo della mobile geniale e inflessibile – sembra sospeso tra conflitto personale e morale comune. E occhio ai dettagli: la fotografia, curatissima, rende la Puglia un personaggio a sé, con luci, ombre e colori che aggiungono sempre una pennellata di inquietudine e fascino.
Lascito culturale e temi centrali: l’Italia di oggi attraverso Gerri
Se c’è una cosa che “Gerri” riesce a fare, ed è tutt’altro che scontata, è consegnare un’immagine dell’Italia contemporanea lontana dalle cartoline e dagli stereotipi, con la voglia di raccontare le tante sfumature del nostro Sud e i problemi reali che lo attraversano. Dal punto di vista del lascito, siamo davanti a una serie che entra di diritto nel dibattito culturale attuale: inclusione, memoria, giustizia e il tema – ancora troppo poco esplorato – dei bambini perduti e invisibili nelle nostre periferie.
Stasera “Gerri” offre non soltanto un viaggio nel mistero, ma anche uno spaccato emozionante dell’Italia di oggi. La sua carica di umanità , la voglia di riscatto e la tensione narrativa lo rendono un appuntamento imperdibile per chi ama le serie non solo da seguire, ma da discutere e, magari, da guardare con chi condivide la passione per storie forti e personaggi pieni di contraddizioni. Alla ricerca della verità e della propria identità , proprio come Gerri.
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